Timide voci assolate
respirano l’estate che
tramonta. Un
gabbiano,
fragile destriero, vola alla
ricerca di Pandora.
Particolare
concessione
del mio cuore che ora
vede ed ode il lume di
una terra
inesplorata.
Onde lucide e fiorite
vagabondano disperse.
Ivi io nascosi
il mio
sospiro, l’ingegno e
quanto ancora fu.
Muove dolcemente
l’aria
frizzantina. Dorate tinte
immergono l’oriente,
appaion perle al
suol
del sol morente. S’ode
un alito nel roco balbettio
del tempo
discendente, che
dimena come lucida condanna.
Innanzi trema il riso e
la
pietà. Le voci gaiano amorose,
colpite dal silenzio della
sera,
satolle di lucerne e di beltà.
L’anima si veste e disabbiglia
del salmo d’innocenza.
Tempera e speranza sgombran
di fallezze il
desiderio irriverito.
Ora il limpido arieggiare è un
Tumulto di carezze e
di morbide
virtù. Là riposa la mente muta
e fiacca, appisolando i sogni
e
le realtà. Raccolgo oltre la
nebbia questa pagina del tempo
Per
rivestir di sguardi
il tuo lietissimo sentire.
Di Lorenzo Pisanu 22 agosto
alle ore 18.01 Rispondi
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