sabato 12 febbraio 2011

van Gogh

Vincent Van Gogh, considerato uno dei più grandi e geniali pittori di tutti i tempi, totalmente incompreso in vita, in un lasso di tempo relativamente breve dipinse una grande quantità di quadri, divenuti famosi solo dopo la sua morte
Van Gogh
Van Gogh autoritratto con cappello di felcro grigioQuando si parla di Van Gogh, non si può non parlare anche della dicotomia genio-follia; indicando in quest'ultima il motore della pittura originale ed unica del grande artista Olandese. Altri ritengono invece che Van Gogh dipingesse nei momenti di sanità e lucidità, e che la sua genialità non fosse connessa alla follia, alimentata invece dai rapporti con alcuni membri della sua famiglia. Sono mille le congetture di malattia, tutte basate su ipotesi fatte a posteriori: chi prende spunto dalla biografia, parla di un incrudelirsi della malattia venerea, o addirittura di una possibile ereditarietà dal padre di sifilide, oppure di schizofrenia, depressione, etc. Chi prende spunto dalla sua arte, vede nei suoi quadri spiraleggianti, delle caratteristiche comuni a mille altri pazienti affetti da malattie degenerative del cervello. Altri invece scindono completamente questi ed altri motivi pittorici da presunte degenerazioni patologiche, considerandoli pura arte. Con i mezzi attuali, ogni supposizione è possibile, perciò nessuna è unica e veritiera. Ciò che è permesso dire, è che l'arte di Van Gogh è illuminante, e la sua figura, magra piccola e solitaria nella carne, si staglia in realtà gigantesca e poderosa nella storia dell'arte e dei sentimenti umani.
Vincent Van Gogh, la famiglia ed il fratello Theo ...
Van Gogh - La Chiesa di Auvers

Contrariamente agli altri componenti della famiglia Van Gogh, Theo rimarrà sempre molto vicino al fratello Vincent aiutandolo anche finanziariamente ed incitandolo a proseguire nella pittura: Vincent va quindi a Bruxelles e frequenta la scuola d'arte, dove fa conoscenza con diversi pittori diventando nel (1880) amico del pittore nederlandese Anton van Rappard. In questo periodo realizza copie di opere di Jean-François Millet.

Nel 1881 si innamora della cugina Cornelia, detta Kee, vedova da poco tempo e con un figlio, senza però esserne corrisposto. Ad una sua richiesta di matrimonio lei lo rifiuta non ricevendolo in casa. Disperato, Van Gogh si brucia la mano sinistra con la fiamma di una lampada, cercando di dimostrare l'intensità del suo amore. Rifiutando ancora una volta un aiuto economico dai genitori, Van Gogh riparte per l'Aja dove prende lezioni dal pittore Anton Mauve, cognato della madre; anche con lui però i rapporti si deteriorano, perché Vincent non vuole come modelli calchi di gesso.